Lungo
la via, trovato passando.
(Trovato
per caso, tenuto per scelta).
Questi
dipinti sono come fotografie fatte a mano per ricordare cosa ho
trovato passando.
Luoghi notevoli, perché coincidono con luoghi notevoli di me. Il paesaggio è per me pretestuoso: fingo di dire qualcosa di suo, ma di suo dico solo ciò che mi coincide.
I dipinti traducono
in linguaggio visivo, ma non si limitano certo a tradurre solo ciò
che arriva alla mente attraverso la vista: sono raccolte le
impressioni che arrivano attraverso l’udito (che mi parlano, ad
esempio dello spazio), sono raccolte le impressioni raccolte
dall’olfatto, dal tatto... Non passano senza lasciare traccia la
temperatura, il vento, l’aroma...
Siccome
ciò che è raccolto coincide a livello più o meno conscio con un
mio contenuto interiore, si aggiunge ciò che provo al riguardo: se lo accetto
o lo avverso. Questo influisce sul tratto, sull’uso dei contrasti e
del colore.
Lascio
fluire? Lascio funzionare? ...o trattengo, immobilizzo, inchiodo?
Immetto
più forza del necessario pur di riuscire a dire, sparando fuori
segni violenti e colori gracchianti? Ne metto troppo poca e
l’immagine si perde in un grigiore uniforme inutile?
...O accolgo in pieno e gioco col colore, con la realtà circostante e con me?